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Lidia Menapace: Una riflessione molto preoccupata
Lidia Menapace
Lidia Menapace 
13 Aprile 2006
 

Eccovi una riflessione molto preoccupata.

Infatti per la prima volta (e ho seguito tutte le scadenze elettorali da quando c'è la Repubblica) il ministro degli Interni non è sceso nella salastampa del Viminale per proclamare i risultati del voto, i controlli vanno a rilento, Berlusconi dice che si dovranno controllare anche i voti nulli (il che non è previsto dall'ordinamento) e non solo i voti contestati. E che questa incertezza istituzionale durerà fino al 18 maggio, cioè al giorno dell'elezione del presidente della Repubblica.

Anche la proclamazione della Repubblica dopo il referendum istituzionale fu contestata e la Cassazione si rifiutò di firmare il verbale finale, ma la proclamazione avvenne ugualmente. Per venire a tempi recentissimi, a Bolzano il centrodestra vinse l'anno passato l'elezione del sindaco per 7 voti, e il sindaco fu eletto e il centrosinistra non protestò per l'esiguità del margine; poiché in consiglio comunale il centrodestra non aveva la maggioranza, l'amministrazione andò in crisi al primo voto e si rifecero le elezioni con la vittoria del centrosinistra. Ma in ogni caso chi deve proclamare i risultati li deve proclamare e non può arrestare la vita delle istituzioni a suo piacimento: è una situazione che genera ansia e ha un aspetto molto "costruito", da quando, dopo la chiusura delle urne e l'inizio degli scrutini all'improvviso il flusso delle notizie si arrestò e per ore non si ebbero aggiornamenti né di sondaggi né di exit polls né di proiezioni, né reali.

Va bene, teniamo i nervi saldi e restiamo in attesa. I risultati arriveranno, ma il ministro degli Interni deve essere lui a spiegare che cosa sta accadendo, non può essere il presidente del consiglio in carica,né i dibattiti televisivi né le dichiarazioni di questo o quel leader. Le norme ci sono, il centrosinistra le faccia rispettare e valere.

***

Tutta questa confusione a mio parere è frutto di una cultura politica che nel corso della campagna elettorale ho spesso definita "infettiva", "inquinante", "contagiosa" e per questo molto pericolosa. La confusione avviene per molti motivi, ma soprattutto perché un uso della comunicazione volto a spostare di continuo il dibattito dalle questioni alle battute, dàfrutti avvelenati.

Siamo stati alle soglie di un regime autoritario e non ne siamo ancora lontani, è necessaria una coscienza democratica salda e anche che il centrosinistra si doti di consiglieri giuridici esperti: ha eletto un certo numero di magistrati, che li faccia parlare, dica qualcosa di giuridicamente fondato a sostegno della sua ben esplicitata decisione politica.

***

Quanto a me ho preso parte alla campagna e se la si svolge senza media (le candidate hanno avuto il privilegio di poter parlare di politica, dato che erano e sono state censurate, escluse, non citate da tv, radio e giornali) il dibattito diventava subito interessante, le discussioni molto vivaci e significative: la passione politica c'è ancora, questo non è un paese vinto o spento, ha ancora molte risorse di resistenza democratica. Le donne sono state protagoniste non registrate sulle piazze e nelle sale e nei dibattiti, mi sembra di essere stata in una campagna elettorale "altra", che non ha avuto riscontro comunicativo, e che la comunicazione non abbia svolto il suo mestiere.

Ancora oggi si dice che vi sono novità negli e nelle elette e poi si nominano soubrettes, campionesse sportive e giornalisti, mai persone che hanno mostrato di avere un pensiero politico e una attività significativa.

***

Spero che riusciremo a varcare questo difficile momento e a dare una raddrizzata alla vita politica del nostro paese, per poterci occupare delle cose reali. Per quanto mi riguarda: ritiro immediato delle truppe dall'Iraq, avvio di una economia di pace, controllo sulla fabbricazione e vendita di armi, riduzione delle spese militari, ritiro da tute le spedizioni, costruzione di una forza nonviolenta di controllo democratico sulla situazione mondiale secondo la Carta delle Nazioni Unite, il rischio di guerra è sempre molto alto. Politiche per il lavoro ecc. ecc.

A me pare molto importante rilevare che il programma dell'Unione (comune e abbastanza innovativo e ancora aperto su alcuni punti rilevanti) è stato costruito col metodo del consenso, cioè con il metodo che si usa nell'azione nonviolenta, e che tale metodo resta in uso per i futuri aggiustamenti e superamenti sulla Tav, legge Biagi, Pacs ecc.

***

Per ora non dico altro, a me è andata molto bene, sono stata eletta al Senato nei due collegi nei quali ero capolista e mi preparo a una attività politica istituzionale impegnativa che cercherò di mantenere molto legata alla società civile. Donne dei sindacati, dei movimenti e delle associazioni durante la campagnahanno spesso invitato le candidate a confronto e hanno proposto una relazione autonoma e privilegiata (rispetto ai partiti di riferimento): mi pare una richiesta di grande momento e mi sono dichiarata disponibile. Inoltre dato che "curare il collegio" è espressione che sottintende forme di clientela o di favori, penso che per costruire una democrazia partecipata scriverò ogni dieci-quindici giorni via e-mail una narrazione dell'attività che svolgerò, in modo che chi leggendo trova temi sui quali ha competenza, si possa mettere in contatto per presentare progetti di legge, interrogazioni, fare manifestazioni ecc. solo che si ristabilisca la normalità costituzionale e ci dedichiamo a ristabilire anche la nostra originaria Costituzione.



Ringraziamo Lidia Menapace (per contatti: lidiamenapace@aliceposta.it) per questo intervento.

Lidia Menapaceè nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, è poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del Manifesto; è tra le voci più alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della società civile, della nonviolenza in cammino. Nelle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006 è stata eletta senatrice. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace è dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; L'ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Né indifesa né in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resisté, Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004.


(da NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE, supplemento settimanale del giovedì de
La nonviolenza è in cammino, n. 59 del 13/04/2006)


 
 
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